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Effetti di ALA e derivati su insulino-resistenza

Prima di tutto: Cos’è l’ALA?

L’acido alfa linolenico (ALA), è un acido grasso polinsaturo a lunga catena (18 atomi di carbonio con tre insaturazioni) appartenente alla serie omega 3 dei quali è il precursore.
I componenti di tale serie sono classificati come acidi grassi polinsaturi, ovvero acidi grassi a lunga catena, a livello della quale presentano più di una insaturazione, ovvero più di un doppio legame carbonio-carbonio (C=C).
Essendo il capostipite di questa serie, ALA, è anche il precursore di tutti i prostanoidi, una sottoclasse di molecole degli eicosanoidi coinvolte nei processi infiammatori comprendente:

infine, è importante ricordare che l’acido alfa linolenico è un acido grasso essenziale, in quanto il nostro organismo non è in grado di sintetizzarlo e, di conseguenza, la sua assunzione dipende esclusivamente dalla dieta.
L’acido alfa linolenico (ALA) è contenuto nella porzione grassa dei semi, più abbondante in quelli oleosi quali:

  • Semi di canapa
  • Noci
  • Semi di chia
  • Semi di lino

E’ presente, seppur in quantità più contenute, anche nell’embrione dei cereali e dei legumi.

Effetti dell’ALA

L’EFSA, European Food Safety Authority, afferma che esiste una relazione diretta di causa-effetto tra l’acido alfa linolenico e il mantenimento della concentrazione di colesterolo totale nel sangue. Ciò è dovuto all’azione ipocolesterolemizzante dell’acido alfa linolenico in modo dose dipendente a partire da valori pari a 2 g/die. Infatti, ALA riduce la produzione di Apo-B100 e inibisce l’enzima Idrossimetilglutaril-CoA reduttasi, coinvolto nella tappa limitante e regolatrice della sintesi del colesterolo.
Inoltre, l’acido alfa linolenico presenta un’azione antinfiammatoria, antiaterosclerotica ed endotelio-protettiva poiché interagisce direttamente su diverse molecole che inibiscono l’adesione endoteliale.

… e nel diabete?

Il diabete di tipo 2 è la forma di diabete più frequente: interessa infatti il 90% dei pazienti affetti da tale patologia ed è tipica dell’età matura.
È caratterizzato da un duplice difetto:

  • L’organismo non è in grado di produrre una quantità sufficiente di insulina per soddisfare le proprie necessità (deficit di secrezione di insulina)
  • L’insulina prodotta non agisce in maniera soddisfacente (insulino-resistenza).

L’insulino-resistenza è uno dei principali fattori di rischio per il diabete di tipo 2, in quanto l’insulina prodotta, non svolgendo una azione appropriata, determina l’incremento dei livelli di glucosio nel sangue.
Un indice utilizzato per valutare l’insulino-resistenza è l’indice HOMA-IR. Tale indice si basa su un modello omeostatico matematico che considera le concentrazioni sieriche di glucosio e insulina a digiuno, secondo la formula:

HOMA index = (glicemia x insulinemia) / 22.5 (dove la glicemia è espressa in mmol/L e l’insulina in mU/L).

L’analisi dei dati raccolti* relativi ai valori di HOMA-IR pre (t0) e post (t1) trattamento mostra come ALA mostri una interessante azione di controllo dell’insulino-resistenza, sebbene non vi siano ancora evidenze tali da valutarne l’effettiva portata clinica.

 

*https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26611718

  https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27040503

  https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26216648