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Omega 3, infiammazione e patologie tumorali

Si parla molto spesso di omega-3 per i diversi benefici che apportano al nostro organismo; in modo particolare, pochi conoscono la correlazione omega-3 e infiammazione!
Purtroppo non sempre vi è chiarezza sulla loro reale efficacia o sugli effetti collaterali che possono provocare.
Innanzitutto non tutti gli omega sono uguali. Vediamo perché.

Non tutti gli omega sono uguali

Gli omega 3 sono una classe di molecole eterogenea classificate come acidi grassi polinsaturi, ovvero acidi grassi a lunga catena a livello della quale presentano più di una insaturazione (più di un doppio legame carbonio-carbonio).
Partendo da questa definizione è possibile capire come sia errato parlare di omega 3 in generale: essi, infatti, differiscono per la loro struttura chimica, per le azioni che ciascuno di loro svolge e per la provenienza da diverse fonti alimentari.
Prendiamo ad esempio i tre più conosciuti acidi grassi polinsaturi.
L’acido alfa linolenico (ALA), ad esempio, è contenuto in quantità significativa nella porzione grassa dei semi, in particolare di quelli oleosi o nel germe degli stessi da cui è possibile ricavarne olio. ALA è un acido grasso essenziale e precursore di tutti gli omega 3. È definito un acido grasso “essenziale” in quanto il nostro organismo non è in grado di sintetizzarlo e può essere assunto solo tramite la dieta. Esercita un’azione ipocolesterolemizzante agendo sul colesterolo LDL e di modulazione del colesterolo totale, azioni queste riconosciute dall’EFSA, European Food Safety Authority (https://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/1252).

L’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), invece, sono metaboliti derivati dall’ALA e li troviamo nei prodotti ittici, in particolare nel pesce azzurro e krill. A differenza dell’acido alfa linolenico, esercitano un’azione ipotrigliceridemizzante, ovvero riducono i livelli di trigliceridi ematici.

Un’ulteriore differenza risiede nei differenti processi fisiologici in cui tali acidi grassi sono coinvolti.
Da un lato infatti, abbiamo EPA e DHA, responsabili della sintesi di altre sostanze coinvolte nei processi di coagulazione: in particolare aumentano il tempo necessario per la coagulazione del sangue.
Di conseguenza è opportuno prestare particolare attenzione alla loro assunzione, soprattutto da parte di quelle persone che sono in trattamento con farmaci o sostanze ad azione anticoagulante e antinfiammatori non steroidei (FANS); in tali situazioni il rischio è quello di emorragie.
L’acido alfa linolenico, invece, responsabile della qualità della vita, è coinvolto in numerosi processi che avvengono nel nostro organismo.
ALA, infatti, in particolar modo agisce sulla sintesi di molecole coinvolte nei processi infiammatori diminuendone la loro sintesi e modulandone la produzione.
L’infiammazione gioca un ruolo molto importante nel determinare lo stato di salute del nostro organismo. Essa, infatti, rappresenta una concausa di molte patologie neoplastiche. Diversi studi clinici hanno dimostrato come una sostanza denominata interleuchina-6 (IL-6), che viene rilasciata nei tessuti durante il processo infiammatorio, sia responsabile di una riduzione delle difese anti-tumorali delle cellule, facendo assumere loro alcune caratteristiche tipiche delle cellule neoplastiche. Tutto ciò sottolinea l’importanza che la modulazione dei processi infiammatori ha sulla prevenzione di patologie tumorali.

Rimane però da chiarire quale sia la reale correlazione tra i differenti omega 3 e la prevenzione di tali patologie, anche perché non tutti gli studi clinici attualmente svolti offrono un quadro esaustivo nel definire la reale efficacia di tali molecole.